Il piano di salvaguardia è uno strumento di consultazione fra diversi stakeholder, di programmazione e indirizzo di attività che contribuiscano a mantenere l’elemento culturale vivo nel tempo. Quanto più solido è il processo partecipativo, tanto più efficaci le azioni adottate dalla comunità.
È previsto dalla Convenzione UNESCO e stabilito dalla Legge 77 del 2006, ed è uno strumento di governance per la costruzione di un processo partecipativo e multilivello, in cui cioè le istituzioni vengono coinvolte nella loro dimensione locale, regionale, nazionale e sovranazionale. Obiettivo: accrescere la consapevolezza del valore dell’elemento culturale e dell’importanza della sua trasmissione, nella condivisione dei principi che caratterizzano la missione dell’UNESCO ed il progetto definito dalla Convenzione internazionale per la salvaguardia del patrimonio vivente.
I primi passi del Piano di salvaguardia del saper fare liutario tradizionale cremonese, dunque, prendono avvio all’inizio del 2021, con una fase preparatoria fatta di incontri propedeutici tra comunità e istituzioni del territorio cremonese per condividerne i presupposti, stabiliti dalla Convenzione UNESCO del 2003, le traiettorie e le azioni comuni da compiere.
Quella fase si è conclusa con un evento pubblico in cui le istituzioni locali, regionali, statali e sovranazionali hanno presentato a tutta la cittadinanza il progetto del Piano di salvaguardia.
Da lì, i lavori sono entrati nel vivo: si è trattato, dunque, di informare capillarmente tutta la comunità di liutai che operano sul territorio cremonese per proporre loro il coinvolgimento ai lavori del piano di salvaguardia, attraverso, in prima battuta, la manifestazione del proprio punto di vista circa lo stato di salute della liuteria cremonese, dei punti di forza della trasmissione del metodo costruttivo e dei rischi e delle minacce che attualmente o potenzialmente possono metterne a rischio la sopravvivenza.
La finalità non è cercare risposte immediate sul fronte del mercato o dell’organizzazione dell’azienda - temi la cui competenza ricade su diversi soggetti del mondo istituzionale ed economico, locale, regionale, nazionale e sovranazionale: il piano di salvaguardia, piuttosto, serve a consolidare il sistema nel suo complesso, arricchendo con l’esperienza di Cremona il grande cantiere della Convenzione internazionale dell’UNESCO.
A partire dal formulario di candidatura, sono stati ad oggi identificati i soggetti che hanno contribuito alla salvaguardia dell’elemento saper fare tradizionale liutario, così come riconosciuto dall’UNESCO. Accanto alla comunità dei liutai, costituita dagli artigiani, i maestri liutai che con il loro lavoro quotidianamente mantengono vivo questo patrimonio dell’umanità abbiamo una rete formata da:
Quest’ampia comunità nella sua interezza è chiamata ad agire, sostenendo gli sforzi di salvaguardia della comunità liutaria, detentrice dell’elemento.
La Convenzione, infatti, raccomanda ai governi la “necessità di assicurare la più ampia partecipazione possibile di comunità, gruppi e ove appropriato individui che creano, mantengono e trasmettono tale patrimonio”, per garantire la vitalità all’elemento culturale.
Il Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese nasce da un lungo percorso di confronti ed esperienze che, dal 2016 al 2021, ha coinvolto le istituzioni culturali e formative riunite nel Distretto culturale della città di Cremona, la Camera di Commercio di Cremona, le associazioni di categoria, il Consorzio Liutai, CremonaFiere, l’Istituto Superiore di Studi Musicali ‘Claudio Monteverdi’- Conservatorio di Cremona, il Teatro Ponchielli.
Insieme alla Fondazione Museo del Violino, con cui il Comune di Cremona ha sviluppato il progetto del piano di salvaguardia e costituito il nuovo sistema museale, nel primo semestre del 2021 sono state condivise le finalità, l’impostazione e lo sviluppo del piano, approfonditi i temi oggetto delle singole sessioni di lavoro ipotizzate, definiti il contributo e l’apporto che ciascuno dei soggetti di questa ampia rete porterà ai lavori e alla realizzazione delle future misure di salvaguardia.
I lavori preparatori hanno posto le basi di un processo di consultazione e coinvolgimento della comunità cremonese tutta, con le sue istituzioni, associazioni di categoria, i suoi artigiani. La condivisione di una prima bozza di programma ha permesso di raccogliere critiche, suggerimenti e proposte da tutti i soggetti coinvolti. Particolare attenzione è stata rivolta al coinvolgimento della comunità dei liutai, perché fosse data la parola a tutti, con la finalità di porre al centro la comunità della liuteria nella sua diversità, in un approccio il più possibile inclusivo.
La risposta della comunità a quell’incontro, pur attraverso molteplici segnali, ha fatto comprendere in modo inequivocabile che sul tema dell’ascolto occorreva costruire tutta la programmazione dei lavori. Una richiesta lecita, esplicita.
Così, per rispondere alla domanda dei liutai di maggior coinvolgimento, per raccogliere dati basati sulla loro esperienza diretta e per approfondirne percezioni, bisogni e punti di vista, in collaborazione con il Mic, è stato elaborato un lungo questionario, composto da 9 sezioni per quasi 100 domande.
I lavori preparatori avevano reso evidente la strategica importanza di dare concretezza alla partecipazione dei liutai nella progettazione, programmazione e sviluppo delle sessioni di lavoro del Piano di salvaguardia.
Il questionario, elaborato attraverso l’ascolto della comunità e il supporto del Ministero della Cultura, si poneva, dunque, l’obiettivo di far emergere proprio la dimensione dei bisogni, della concretezza attraverso tre azioni specifiche, e cioè:
La sua struttura, direttamente collegata agli ambiti della salvaguardia, ai risultati dei lavori preparatori e alle priorità emerse nel rapporto con la comunità, tiene conto delle aree tematiche e degli indicatori definiti dall’UNESCO per valutare il raggiungimento dei risultati (l’impatto della Convenzione) nei processi di salvaguardia a livello nazionale, il Quadro Globale dei Risultati e si articola in 9 sezioni:
I dati raccolti sono stati analizzati applicando, prima di tutto gli strumenti della Convenzione UNESCO ICH (con le sue definizioni, Direttive Operative, materiali di formazione, indicatori del Quadro Globale dei Risultati) in secondo luogo, e come supporto scientifico-disciplinare, le competenze dell’antropologia culturale. Questa disciplina favorisce l’ascolto delle comunità, la comprensione dei processi sociali che stanno alla base dell’identificazione, descrizione e trasmissione dei patrimoni culturali immateriali, contribuendo a fondare processi di sviluppo sostenibile inclusivo. Ascolto informato, inclusività di genere, generazioni, stranieri e persone non rappresentate da associazioni sono i principali criteri tenuti in considerazione: dopo la pubblicazione del questionario e del link di accesso, ogni liutaio che opera sul territorio cremonese è stato contattato personalmente, per essere sicuri che tutti fossero in grado di partecipare e affinché fosse assolto il criterio della raccolta dati sulla base dell’ascolto informato.
Il lavoro di interpretazione dei dati raccolti è stato condotto attraverso tre fasi: l’analisi quantitativa, l’analisi qualitativa e la sintesi interpretativa.
La valutazione delle percentuali di partecipazione alle diverse domande del questionario restituisce uno spaccato significativo delle priorità sulle quali la comunità desidera orientare i futuri lavori. Al questionario hanno risposto 79 liutai, che corrispondono al 47,3% della comunità totale di professionisti operante sul territorio cremonese.
L’analisi qualitativa identifica in ciascuna risposta fornita i temi-chiave, cioè i punti di accordo che esprimono visioni e valori comuni, bisogni condivisi, percezioni e rappresentazioni dell’elemento nel contesto contemporaneo.
Le risposte vengono poi aggregate (per ogni sezione del questionario e ogni domanda), in insiemi tematici basati sull’appartenenza a temi-chiave e su priorità identificate dai membri della comunità e tengono conto degli indicatori UNESCO del Quadro globale dei risultati (ORF), strumento impiegato perché da tutti i governi per la redazione del Rapporto sull’attuazione della Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
Sulla base delle analisi quantitativa e qualitativa, è stato possibile tracciare una sintesi, identificando valori, bisogni condivisi e priorità per i diversi ambiti già definiti dalla struttura tematica del questionario.
I dati prodotti costituiscono un patrimonio dal grande potenziale nel percorso che porta all’elaborazione del Piano di salvaguardia. Nel complesso attestano:
Di particolare interesse sono risultate le risposte alla domanda che indagava il grado di priorità che i liutai assegnano a ciascun tema oggetto di riflessione durante i lavori del Piano di salvaguardia.
I temi erano proposti secondo questo elenco:
E i liutai si sono espressi in questo modo:
La pianificazione delle sessioni di lavoro è stata conseguentemente riformulata perché fosse maggiormente rispondente alle indicazioni fornite dai liutai, tenendo in considerazione non solo i dati che emergono dal grafico qui riportato, ma anche i dati quantitativi e qualitativi che emergono dalle risposte alle diverse sezioni del questionario.
Dopo averla condivisa con gli uffici ministeriali, la pianificazione è stata presentata alla comunità dal Comune di Cremona, in rappresentanza delle voci istituzionali, in particolare quella del Ministero.
In questo incontro sono stati restituiti alla comunità i dati emersi dal questionario e contestualmente è stato proposto un metodo di lavoro, che consiste nel far precedere a ogni sessione la creazione su base volontaria di un gruppo di lavoro, aperto ai liutai, che si impegna ad aiutare gli uffici e le facilitatrici per mettere a fuoco contenuti e modalità operative delle sessioni[1].
In occasione della presentazione dei risultati del questionario, è stata proposta ai liutai una prima calendarizzazione degli appuntamenti, così strutturata:
In particolare, i contenuti del questionario davano un indirizzo estremamente chiaro a cui la ricchezza delle competenze e delle testimonianze possedute a livello locale davano la possibilità di organizzare da subito una risposta. Questo tema è stato infatti oggetto del progetto Il saper fare liutario cremonese: storia, tecniche costruttive, testimonianze e identità, presentato e finanziato a valere sull’avviso a firma del Segretario Generale Anastasi del 21710/2021. La risposta alla domanda relativa alla definizione del saper fare liutario tradizionale cremonese risiede in un lungo cammino di indagine, dibattito e ricostruzione storica, a partire dalla nascita della liuteria, sino al Novecento.